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Alghero è una cittadina fortificata nel secolo XIV e conosciuta popolarmente come “la Barceloneta”, per via del suo status di colonia catalano-aragonese in Sardegna. Da allora la città ha mantenuto tradizioni, usi e costumi propri della Catalogna, inclusa una variante del catalano antico, l'algherese, ancora parlata da una parte della popolazione.

A partire dagli anni sessanta Alghero entra in un processo di trasformazione socio-economica, grazie all'apertura del suo aeroporto internazionale, che apre le porte allo sviluppo di un'economia turistica che trasforma la città per sempre.

 

 

Questo progetto cinematografico si apre come un omaggio alla figura artistica della cantante di canzone algherese Luciana Sari.

Nel 1962 Luciana Sari, cresciuta in una famiglia di musicisti e cantante per vocazione visitò la Spagna di Francisco Franco insieme a un gruppo di artisti sardi. Le canzoni di Luciana, proprie della tradizione algherese, emozionarono fortemente la comunità catalana, che a quell'epoca viveva privata dell'uso della propria lingua, a causa delle politiche restrittive della dittatura franchista. Questa esperienza marcò fortemente la vita emotiva di questa artista.

Il film intreccia questa evocazione suggestiva con la tematica della memoria collettiva legata alla cultura tradizionale, affrontando la questione della perdita di identità collettiva della società algherese.

Attraverso una nutrita serie di interviste a personalità rappresentanti della cultura in città si indaga lo stato della memoria comunitaria, l'entità, il carattere e gli esiti delle trasformazioni sociali intervenute nell'ultimo cinquantennio, il fondamentale rapporto che queste trasformazioni, ma anche e soprattutto il destino della musica e dell'arte, hanno con la questione della lingua algherese; ma ancora: a indagare i rapporti intergenerazionali tra i protagonisti della canzone, a tastare il presente e il futuro della nuova leva.

La naturale evoluzione e conclusione di quest'indagine e del film stesso è stata la registrazione di un dibattito d'insieme sui temi sollevati durante le singole interviste.

Il progetto, per sua stessa natura e ambizione, parla non solo agli algheresi, e di rimando ai catalani, ma a un pubblico internazionale, in virtù di tematiche e sentimenti, come quelli legati alle lingue e alle culture minoritarie, che non possono che definirsi, in tutto e per tutto, universali.

Al documentario hanno partecipato importanti agenti culturali della città di Alghero come i cantanti Franca Masu e Claudio Gabriel Sanna, l'ex sindaco Carlo Sechi, il musicista jazz Enzo Favata, il rappresentante della Generalitat de Catalunya Joan-Elies Adell e altri, che non solo si sono dedicati alla spiegazione della realtà algherese ma anche hanno proposto un'idea di futuro che serva da modello di lavoro per la problematica delle identità culturali minoritarie.

SCHEDA TECNICA

 

TITOLO ORIGINALE: Lo dia que els peixos han escomençat a pescar/Il giorno che i pesci iniziarono a pescare

ORIGINE: Italia

ANNO: 2014

GENERE: Documentario

DURATA: 63 minuti (versione integrale)

PRODUZIONE: Giovanni Collu

SOGGETTO, SCENEGGIATURA,REGIA: Giovanni Collu, Jordi Llorella Oriol, Ines Veiga

COLONNA SONORA: Xavier Erkizia

FOTOGRAFIA: Luca Melis; Michele Simula

MONTAGGIO: Gianfranco Fois; Simone Belisario

SUONO: Giovanni Collu, Ines Veiga

COSTUMI: Patrizia Pinna

CONSULENZA STORIOGRAFICA: Marina Sari

STEADYCAM: Gabriele Doppiu

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